Guida completa alle Cinque Terre: cosa fare e vedere alle Cinque Terre

Tempo fa ho fatto un sogno: per qualche strano motivo, ero stato catapultato nel mondo dei cartoni animati. Non ci è voluto molto per capire che quelle di cui ero protagonista erano scene del film Disney Luca. Suppongo che la maratona di film della sera precedente abbia contribuito.

Il giorno dopo, arrivato in ufficio, mi è arrivata l’illuminazione: visitare i luoghi da cui è stata presa ispirazione per l’ambientazione del film, le famose Cinque Terre. Non è stato difficile convincere la mia compagna di viaggi Sofia, che avete già avuto modo di conoscere nell’articolo sulla Sardegna. È stato sufficiente placcarla (metaforicamente) in pausa caffè e dirle il mio piano. Se siete curiosi di sapere come sia andata a finire, e fareste bene ad esserlo, non vi resta altro che continuare a leggermi. Si parte!

In questo viaggio, avrete la possibilità di lasciarvi ispirare su:

  • Riomaggiore
  • Monterosso al Mare
  • Vernazza
  • Corniglia
  • Manarola
  • Via dell’Amore
  • Porto Venere

GIORNO 1

Il nostro viaggio, devo ammettere, non inizia nei migliori dei modi. Ryanair annuncia un ritardo di 4 ore per un guasto tecnico all’aereo, e ci ritroviamo a partire alle 11:00. Invece che alle 07:15. Well

Una volta toccato il suolo italico, ci aspettano un altro paio di orette di treno da Bologna a La Spezia, località in cui soggiorneremo nei prossimi giorni. A proposito, se valutate di trascorrere più giorni alle Cinque Terre, magari per visitarle con più tempo e calma, vi suggerisco fortemente di cercare una camera in questa città, magari in zona porto. I prezzi degli alloggi nelle Terre sono decisamente alti, e dal porto di La Spezia avete accesso a praticamente tutti i giri in barca che vi permettono di visitarle.

Le mie condizioni alla settima ora di viaggio (e ne mancavano ancora 3)

Ad ogni modo, arrivati al porto, la sera, incontriamo il primo partner della nostra avventura: Maragià Pescaturismo. Daniela, la proprietaria, ci accoglie sulla sua barca e ci fa sentire subito a nostro agio. Partecipiamo ad uno dei tour che vengono offerti, che segue la costa in direzione Porto Venere, e che prevede una doverosa sosta per nuotare. Doverosa non tanto per la temperatura, visto che è settembre e siamo sui 24°C, ma per la limpidezza dell’acqua

Uno dei deliziosi manicaretti offerti a bordo di Maragià Pescaturismo

Il tutto viene condito con musica a bordo e con cibo veramente ottimo. La cena è a base di prodotti tipici liguri e pesce. Tra una focaccia al pesto e uno spaghetto ai calamari, trascorriamo ore spensierate e in allegria. Lo sfondo di Porto Venere illuminata solo dalle luci delle case e dagli ultimi sforzi del sole, poi, rende il tutto ancora più suggestivo.

Guardate che carina Porto Venere di seraaa <3

GIORNO 2

Penso che il viaggio ‘turbolento’ di ieri lo sentiamo ancora addosso. Siamo abbastanza stanchi. Stanchi, ma super motivati! La scaletta di oggi, infatti, prevede l’esplorazione di tre delle Terre: Riomaggiore, Monterosso e Vernazza.

Per farlo, abbiamo scelto di affidarci ad un altro dei nostri partner in zona: Cinque Terre Ferries. Il motivo è semplice: per farvi vedere quanto più possibile dei paesi visitati nel nostro video, che trovate alla fine dell’articolo, le lunghe soste a terra previste dalla gita in barca offerta sono l’ideale.

La barca usata da Cinque Terre Ferries per i tour

Una volta tornati al porto di La Spezia, da cui l’attività inizia, sono sufficienti una manciata di minuti per il check-in e siamo a bordo. Il tempo non è dei migliori. Qualche nuvolone all’orizzonte promette pioggia, ma non ci preoccupiamo troppo. Siamo brave persone e siamo sicuri che il karma ci ricompenserà con un sole splendente… o, almeno, speriamo.

La barca inizia la navigazione lungo quella che è una delle migliori coste liguri. In poco tempo superiamo Porto Venere, il Castello Doria e possiamo ammirare ulteriori monumenti storici e suggestivi terrazzamenti di vitigni a picco sul mare. Per chi non è troppo familiare della zona, come non lo eravamo noi, è molto utile il servizio di audio-guida in italiano, inglese, tedesco e francese che riecheggia a bordo e che fornisce preziose informazioni su ciò che si vede.

Il primo sbarco avviene a Riomaggiore. Per farvi capire, è la Terra di cui si vedono millemila foto ogni volta che si cerca “Cinque Terre” su Google. I colori ancora un po’ cupi e grigiastri del meteo nuvoloso non rendono troppa giustizia agli scorci di questo paese, ma le casette che compongono questo presepe di colori non lo sanno e si stagliano comunque, piacevolmente balzando agli occhi dei turisti.

Il colpo d’occhio di Riomaggiore

Tempo di assaggiare 5-6 tipi di focacce diverse, di visitare i monumenti più iconici e di sbirciare la spiaggia del paese, e siamo di nuovo a bordo del traghetto.

La prossima destinazione è Monterosso, che si distingue dalle altre Terre per la presenza della spiaggia più grande tra tutte, Fegina. Qui cogliamo anche l’occasione di provare del cibo tipico in un ristorante, e, devo dire, non ne rimaniamo delusi. Io ordino le linguine al pesto, mentre Sofia tenta il tutto per tutto con degli invitanti spaghetti con sardine di Monterosso e pomodorini. Non escludo che io abbia preferito il suo piatto, e la quantità di forchettate che, a malincuore, mi concede, ne può essere la prova.

Gli spaghetti che ha ordinato Sofia… Buoni buoni

Tempo di qualche altra clip qua e là, oltre che per un cono gelato, e saliamo a bordo in vista della nostra ultima tappa: Vernazza. Tra le tre Terre visitate, forse, è quella che meno ci fa battere il cuore all’impazzata. Ad eccezione del suo porto, che è poi lo scorcio che viene riprodotto più fedelmente nel film Luca, che vale un paio di foto e, forse, anche un selfie. Addentrarsi un po’ più in profondità del paese, però, equivale a sentirsi in un qualunque paese di montagna. L’identità di questa Terra pare essere incastonata e incorniciata solo nei suoi primi metri dal mare. Peccato.

Il porto di Vernazza

GIORNO 3

La nostra giornata inizia più o meno come quella di ieri: doccia, croissant e preparazione di microfoni e stabilizzatore per i video. Questa volta, con meno stanchezza addosso. Per fortuna.

Il programma di oggi parla chiaro: nessun incontro con partner programmato, a beneficio di un’esplorazione in autonomia di tutte le Terre. Questa volta, includiamo anche Manarola e Corniglia, che ci sono mancate all’appello ieri per questioni di tempo. Pensiamo bene di concedervi anche una sorpresina a fine giornata. Eheh.

Mentre io mangio un croissant, Sofia prova a cuocere le uova in microonde… questione di gusti

Ripercorriamo così, questa volta abbastanza speditamente, le snodate vie di Monterosso e Vernazza, e ci dirigiamo verso Corniglia. Come? In treno. Ebbene sì, miei cari lettori. Se stavate valutando l’idea di raggiungere e visitare le Cinque Terre a bordo della vostra macchina, mi dispiace deludervi: la circolazione per le strade della zona non è consentita ad automobili. Regole del Parco Nazionale che salvaguarda i pittoreschi paesini e i loro dintorni, mi immagino. Per rispettare questa regola, il modo più logico è spostarsi a bordo del decisamente costoso trenino che fa avanti e indietro tra le Terre.

Optiamo per un pacchetto che include la possibilità di avere un ‘all-you-can-ride’, ossia spostarsi con un numero illimitato di tratte in treno all’interno della stessa giornata nel territorio del Parco, e l’accesso ad un servizio… speciale, di cui vi parlerò a breve 🙂

La prima nuova Terra nel nostro itinerario è Corniglia, l’unica delle Cinque che non ha un accesso diretto al mare. Quello che ha, e che fa impazzire Sofia a più riprese, è un’invidiabile vista panoramica sulla costa ligure. Quello che fa impazzire me, in un altro senso, è la scalinata di 401 gradini (gradino più, gradino meno) che si pone perentoria e minacciosa dinanzi a noi, dalla stazione ferroviaria di Corniglia al suo centro. Per i meno allenati, o per coloro che preferiscono la comodità, non temete; è presente anche una linea di autobus che trasportano i passeggeri dalla stazione al centro, ed è incluso nel pass giornaliero che ho accennato precedentemente.

Sofia che racconta aneddoti con uno sfondo decente, a Corniglia

Il bello di viaggiare è che non sai mai cosa ti aspetta, e il destino può trasformare la tua esperienza in qualcosa di indimenticabile, nell’uno e nell’altro senso. Il nostro viaggio non è da meno, perché mentre io sono intento a perdermi (letteralmente) tra le strade di Corniglia, Sofia, qui, incontra l’amore che, a quanto pare, la accompagnerà per il resto della sua vita: il famoso gelato al basilico e limone della gelateria Alberto. Lo assaggio anche io e ne capisco il motivo. Super consigliato se passate da quelle parti!

Un’esemplare di Sofia felice insieme al suo fidanzato-gelato a Corniglia

Per noi è tempo di visitare l’ultima Terra, ma non prima di una deviazione nel nostro itinerario. Per procedere verso Manarola, torniamo indietro a Riomaggiore. “Ma in che senso scusa?”. Già immagino la vostra perplessità. Il motivo che ci porta qui è il modo in cui abbiamo deciso di raggiungere Manarola, ossia tramite la suuuper famosa Via dell’Amore. Per chi non la conoscesse, si tratta di un percorso di hiking, ufficialmente, ma che in realtà si tratta di una semplice passeggiata, sospeso nel vuoto, e che collega Riomaggiore alla nostra meta. Ha riaperto quest’estate, dopo che una frana l’aveva interrotta una decina di anni fa. Sapendo quali viste ci attendevano, abbiamo aggiunto al Pass giornaliero dei treni il ticket per percorrerla.


Spoiler alert: no, forse non ne valeva la pena. Soprattutto se si considera che non è possibile acquistare il ticket della Via singolarmente, ma sia invece obbligatorio combinarlo al Pass dei treni o al Pass dei percorsi di hiking, dal costo di circa €30. A questo vengono sommati €10 di ticket per la Via, e si arriva a €40 per una passeggiata di pochi minuti. La vista è effettivamente carina, e col tramonto pensiamo possa assumere sfumature ancora più suggestive, ma una qualunque Terra all’orario del tramonto non ha nulla da invidiare a questo percorso.

Io che faccio invidia a Dora l’Esploratrice nella Via dell’Amore

Con addosso ancora un po’ di perplessità, arriviamo a Manarola. 

Sarà per la stanchezza, sarà per la fame, ma ci accontentiamo di concedere all’esplorazione di Manarola una mezz’oretta, prima di fiondarci alla ricerca di un ristorante. L’insalata di mare e la pasta erano buone, e la Terra era carina, con bar abbastanza esclusivi e una spiaggia presso il porto caratteristica. Una degna conclusione ad una giornata abbastanza frenetica.

Manarola 🙂

GIORNO 4 (e 5)

Il quarto e penultimo giorno sarà dedicato ad un altro tipo di attività che è possibile fare nella zona delle Terre, più precisamente a Monterosso: il kayak. L’idea di avere un punto di vista dal mare sulle casette e il litorale di questo paese ci attira, e per farlo ci affidiamo ad un altro dei nostri partner della zona, Carnassa Kayak Tour. 

Ad effettuare i tour con i clienti tutti i giorni, e più volte al giorno, è Chiara, che si presenta subito come una cordiale forza della natura. Veniamo ammaliati dal suo amore per la zona e ascoltiamo ogni aneddoto e curiosità che racconta al gruppo sulle cose che vediamo.

Io e Chiara che facciamo due chiacchiere

Dopo qualche pagaiata, e posso assicurarvi che Sofia sarà anche un’ottima compagna di viaggi e di video, ma non esattamente la scelta migliore quando si tratta di kayak, la comitiva si ferma per un tuffo o due nell’acqua. ‘Parcheggiamo’ le canoe in corrispondenza di una cascata che cade a picco in una piscina naturale, scenario più che degno per la nostra sosta, e scandagliamo i fondali con i nostri occhi grazie alle maschere che ci presta Chiara.

I prossimi campioni olimpionici di kayak

Appagati dal rigenerante bagnetto, facciamo rientro al porto di Monterosso, salutiamo Chiara ed è il momento per un ottimo pranzo prima di dirigerci nuovamente verso La Spezia.


Iniziamo a preparare la valigia per il volo del giorno successivo, e ci separiamo per un paio di ore; mentre Sofia dà una possibilità al centro di La Spezia per un mini tour di esplorazione, io esploro la sua questura. In tutto ciò, infatti, ho perso la carta d’identità.

Quest’ultima può essere considerata l’unica vera pecca della nostra esperienza alle Cinque Terre. Ah no, il Matteo del futuro ci tiene a dire che anche il nostro volo di ritorno avrà un ritardo di 3 ore, a causa del maltempo a Bologna.

Vabbè, dicevo, questi piccoli disagi sono le uniche macchie dei nostri giorni trascorsi in Liguria. Torniamo verso Vienna con la consapevolezza che il mondo è bello perché è vario, e non è così tremendo visitare un posto per poi rimanerne in parte delusi. In generale, abbiamo veramente apprezzato i colori e i sapori che abbiamo trovato, e siamo rimasti stupiti da come armoniosamente si siano fuse, negli anni, natura e costruzioni dell’uomo. Il rispetto nei confronti del territorio del Parco c’è e si percepisce anche nelle parole di chi ci vive o ci lavora.


D’altro canto, da parte mia, so che quello era soltanto un sogno, e che non ero veramente nel mondo del film Luca. So anche, però, che con questo viaggio ho scritto un nuovo capitolo della mia vita e del mio mondo, quello sì reale, e sono contento che sia stato scritto alle Cinque Terre.

Ci vediamo al prossimo capitolo!

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